Terapia di resincronizzazione cardiaca: nessun beneficio, anzi possibile danno, nella insufficienza cardiaca a QRS stretto


La terapia di resincronizzazione cardiaca ( CRT ), una terapia standard per i pazienti con insufficienza cardiaca con ampia durata del QRS, non ha offerto alcun beneficio per i pazienti con una durata del QRS inferiore a 130 ms nello studio EchoCRT.

Lo studio, che è stato interrotto precocemente dopo la prima analisi pre-pianificata, ha mostrato futilità con la possibilità di danni; la CRT può aumentare la mortalità fra questi pazienti.

Lo studio è stato pubblicato su The New England Journal of Medicine ( NEJM ).

Le attuali lineeguida raccomandano la terapia di resincronizzazione cardiaca nei pazienti in ritmo sinusale con sintomi che persistono nonostante il trattamento medico personalizzato, una bassa frazione di eiezione del ventricolo sinistro, e un complesso QRS largo.
Il beneficio sembra essere maggiore nei pazienti con più prolungata durata dell’intervallo QRS e blocco di branca sinistra.

Molti pazienti con insufficienza cardiaca, tuttavia, hanno una durata del QRS inferiore a 120 ms, e la terapia di resincronizzazione cardiaca non è attualmente raccomandata.

Lo studio EchoCRT ( Echocardiography Guided Cardiac Resynchronization Therapy ) aveva come obiettivo quello di valutare l'impatto della terapia CRT sulla morbilità e mortalità tra i pazienti con complessi QRS stretti.

Nello studio 809 pazienti con insufficienza cardiaca di classe NYHA III o IV, frazione di eiezione ventricolare sinistra uguale a 35% o inferiore, sono stati randomizzati in un rapporto 1:1 a terapia CRT ( n=404 ) o a controllo ( n=405 ) ( dispositivo spento nel gruppo di controllo ).

I pazienti sono stati arruolati da 115 Centri negli Stati Uniti, Canada, Australia ed Europa.

Durante un periodo osservazionale medio di 19.4 mesi, l' endpoint primario ( una combinazione di morte per qualsiasi causa o di prima ospedalizzazione per peggioramento dello scompenso cardiaco ) si è verificato nel 28.7% dei pazienti nel gruppo terapia CRT e nel 25.2% nel gruppo controllo.

Inoltre, l’11.1% dei pazienti è morto nel gruppo terapia CRT versus 6.4 % nel gruppo controllo; 9.2% dei pazienti nel gruppo CRT è deceduto per cause cardiovascolari contro il 4.2% nel gruppo controllo.

Un'analisi per sottogruppi non ha trovato alcun segnale per qualsiasi beneficio della terapia di resincronizzazione cardiaca. ( Xagena2013 )

Fonte: Società Europea di Cardiologia ( ESC ) - Congresso, 2013

Cardio2013



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